giovedì 16 aprile 2009

Katayama Ryu: Considerazioni: Sviluppi Tecnici/Energetici/Storici.


Si percepisce dagli scritti emersi oggi e dagli antichi Makimono, come dallo spirito con cui due grandi punti di riferimento dei nostri giorni, Sensei Re e Sensei Brandozzi, trasmettano in Italia veri e propri tesori come appunto la tradizione antica di cui facciamo riflessione in questo post. Come ogni strategia nasce dalla consapevolezza di un intendimento energetico che è già stato espresso nel dialogo tra la percezione e il pensiero, prima che divenisse gesto concreto, azione, movimento. La pratica spirituale analitica, partecipa alla reversibilità della materia nel nuovo impulso che muove la stessa verso l'agire consapevole, direzione, intensità, forza. In un primo approccio, che è quello che viene insegnato per avvicinare la coscienza alla consapevolezza del proprio Se, risultano essere dei semplici movimenti in grado di riportare energia vitale e armonizzazione dell'individualità, consentendo un buon recupero della dimensione psichica. Quando un guerriero incontra il fiume e decide di combatterlo scopre che le acque del torrente sono impetuose ma non cosi profonde da temerle. Il fiume ci osserva, e ci spinge ad affondare il colpo tra le sue pietre. Il guerriero può rimanere prigioniero fino a quando non comprenderà che il gesto è fatale e che solo una cosa può liberarlo. Il seguire l'acqua. Nel periodo di ricostruzione, il Bushi moderno ha recuperato le tradizioni ancestrali che si erano conservate, a volte anche fortuitamente, nelle "memorie" pubbliche e private. Da Kumamoto la famiglia Hoshino, i cui soke erano membri del "Dai Nippon Butokukai" erano rimasti gli unici rappresentanti dell'Antica Tradizione Katayama. Il caposcuola, hanshi del Butokukai, succeduto a Ryuta, lasciò Kumamoto ed andò a vivere ad Osaka ove morì. Le fondazioni "Zen Nihon Iaido Renmei" e "Zen Nihon Kendo Renmei" attinsero al patrimonio tecnico della scuola per la costruzione dei cerimoniali seitei iai, procedendone ad una progressiva omologazione ai nuovi standard. Contemporaneamente altri qualificati insegnanti, formatisi alla precedente scuola Katayama oppure a quella Hoshino, diedero vita a proprie linee tecniche, spesso tra loro del tutto indipendenti. Con Sensei Ryuta, studiò il Maestro Yoshio di Kumamoto, il cui allievo Kazuhiko, hanshi 8° dan, ha introdotto l'eleganza della tradizione Katayama in Italia, ove continua all'interno dell’associazione culturale "Dai Nippon Butokukai" di Kyoto. I praticanti italiani hanno intrapreso lo studio del repertorio DentoTaiJutsu della disciplina sotto la guida diretta di Atsumi soke, con lo scopo di recuperare e salvaguardare veri e propri tesori di secoli della scuola nella sua forma più completa ed originale possibile. Le metodologie per la pratica, in confronto ad altre sistematiche, non necessitano di innumerevoli attrezzature. Se solo si possiede un Mogito, allenarsi diventa semplice in un Dojo di 6 tatami è sufficiente. La pratica a contatto con gli elementi fondamento poi, cascate, boschi, mare, montagne, permette allo studente una più armonica comprensione dei segreti del sistema. Decidendo da soli il momento più opportuno, per un giorno intero o anche solo per un'ora si può praticare a proprio frutto, costruendo un piano di studio efficace. Iniziandosi agli esercizi energetico-rituali, si potrà capire il vero spirito del sentiero del guerriero. Va detto inoltre che la comprensione diverrà equivalente ad un grande raccolto. Gli antichi guerrieri, portando al fianco il proprio "ShinKen" gli affidavano sé stessi permeando la propria esistenza con il suo fresco gusto. Temprandosi quotidianamente con una pratica rigorosa, la persona che assume l’attitudine marziale diverrà molto elegante, proprio come avviene per gli oggetti quando sono costantemente lucidati.

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